I carboidrati sono elementi organici di origine vegetale, frutto del lavoro delle piante che catturando l’energia generata dal sole, la trasformano e la immagazzinano proprio sotto forma di carboidrati per utilizzarli durante la crescita.
Vengono comunemente utilizzati come elementi chiave nell’alimentazione, ma nell’alimentazione del cane e del gatto rivestono un ruolo secondario poiché non forniscono nutrienti fondamentali come fanno proteine e grassi.
Va detto però che erroneamente sono da considerarsi tali perché, in realtà, forniscono elevate quantità di energia metabolizzabile, e soprattutto i carboidrati si differenziano tra loro per la capacità di influire in maniera differente sulla glicemia, a seconda del tipo di carboidrato e delle fasi ed attitudini della vita dell’animale.
Troviamo due categorie di carboidrati o zuccheri:
1. Zuccheri semplici, costituiti da una o al massimo due molecole, i quali necessitano di una azione digestiva quasi nulla, e sono velocemente assorbiti nella prima porzione intestinale.
2. Zuccheri complessi, costituiti da diverse porzioni di zuccheri semplici, che formano catene più o meno lunghe, che per essere disgregate e digerite hanno bisogno dell’azione di enzimi digestivi intestinali. Esempi classici sono l’amido della pasta o la fecola delle patate.
Ci soffermiamo sull’amido, una lunga catena di molecole di glucosio, che rappresenta circa il 70% della sostanza secca presente nei cereali. Le sue unità costitutive, cioè il glucosio, rappresentano una fonte primaria di energia, rapidamente utilizzabile dall’organismo, e per alcuni organi come il cervello, rappresenta il combustibile primario.
Non tutti gli amidi però sono uguali, perché alcuni sono più digeribili, cioè l’organismo impiega meno lavoro per “estrarre” le molecole di glucosio, come quelli contenuti in riso e pasta, mentre altri amidi come quelli che ritroviamo nei legumi, sono più complessi da spezzettare. Questi processi digestivi sono principalmente compiuti da enzimi chiamati amilasi che troviamo nella saliva e nelle secrezioni del pancreas.
Una volta liberato, il glucosio viene subito assorbito dall’intestino: tipo di amido, velocità di digestione ed assorbimento influenzano il rilascio di insulina, e quest’ultima avrà come effetto principale il controllo del picco glicemico con tutti i suoi effetti annessi.
Per capire insieme se gli zuccheri sono tutti uguali ed eventualmente capire quali scegliere per la dieta del nostro cane, ho preso come riferimento due diversi studi.
Il primo, della Iams Company, in cui 30 cani con peso stabile e clinicamente sono stati alimentati per periodi diversi con diete contenenti mais, frumento, sorgo, orzo e riso. Ogni periodo dietetico specifico durava 2 settimane e naturalmente durante questo periodo venivano dettagliatamente controllati i valori ematici di insulina e glucosio.
Tralasciando i dettagli tecnici di ogni singolo valore legato al singolo animale, ecco quanto è emerso: una dieta a base di riso sicuramente ha mostrato il maggiore livello di glucosio e quindi maggiore valore glicemico e di conseguenza la più rapida risposta insulinemica. Di contro sorgo ed orzo sono stati i carboidrati con livelli più bassi.
Questo per confermare che non sono tutti uguali i carboidrati come fonte energetica, ma soprattutto evocano in ogni singolo organismo risposte diverse, su cui trarre le giuste deduzioni fisiologiche ed eventualmente patologiche legate ai parametri glicemici e di insulina.
( Murray S.M., Sunvold G.D. – Research and Development Division. Procter & Gamble Pet Care, Lewisburg, Ohio USA)
Il secondo studio, condotto dall’ Università Federico II di Napoli e pubblicato sulla rivista Frontiers in Veterinary Sciences, voleva valutare in 30 cani sani gli effetti di tre tipologie di diete – due grain free e una a base di grano- in particolare le conseguenze sul profilo biochimico riguardo i livelli di taurina, amminoacido essenziale di piccole dimensioni, ma importante perché è coinvolto nel corretto processo digestivo, nella funzionalità della vista (retina), e nel corretto funzionamento del cuore (miocardio).
Nonostante le differenze sostanziali nella composizione, tutte le tre diete hanno mostrato di essere simili da un punto di vista nutrizionale e di soddisfare le esigenze dell’animale.
Il profilo ematochimico non ha mostrato differenze significative tra una dieta e l’altra. Soprattutto nel cane adulto l’origine dei carboidrati alla base di una dieta comunque bilanciata non incide sui livelli di Taurina.
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